Il non residenziale torna a crescere: il punto sulle principali città

13.06.2022

I dati del Rapporto immobiliare annuale dedicato al settore non residenziale, redatto a dall'Osservatorio del mercato immobiliare, in collaborazione con l'Associazione italiana leasing (Assilea), mostrano, ormai, il pieno superamento della situazione critica del 2020, indotta, come tutti sappiamo, non da dinamiche interne al mercato immobiliare, ma dall'impatto delle misure restrittive imposte dal governo.
In realtà, già gli ultimi mesi del 2020 avevano mostrato segnali di normalizzazione, e il 2021 ha, di fatto, segnato la ripresa della fase espansiva del ciclo immobiliare bruscamente interrotta l'anno precedente, almeno dal punto di vista dei volumi compravenduti. In termini di quotazioni medie, infatti, la tendenza generale, da circa un decennio, è di segno negativo, presumibilmente anche per effetto dell'onda lunga della grave crisi di fine anni 2000 mai completamente assorbita.
Come da tradizione, all'interno del Rapporto sono state oggetto di specifico approfondimento, oltre alle aggregazioni macro-territoriali e regionali, anche le dinamiche che hanno caratterizzato i principali mercati urbani e provinciali.
A seguire, una sintesi di alcune delle principali informazioni relative proprio a questo tipo di scala di mercato, con riferimento ai tre principali segmenti analizzati (rispettivamente uffici, negozi e settore produttivo) rinviando al testo integrale per un approfondimento più completo ed esauriente.
Uffici
Il segmento degli uffici ha segnato, nel 2021, un incremento aggregato rispetto all'anno precedente del 30,7%; ancor più significativo, tuttavia, il confronto con l'ultima rilevazione pre-Covid, quella del 2019, che mostra un incremento comunque consistente pari al 17,8% (il doppio confronto accompagna l'intera pubblicazione, consentendo una più autentica comprensione delle effettive dinamiche rilevate).
In particolare, il focus territoriale si è concentrato sulle dodici città con popolazione superiore alle 250mila unità.
In termini assoluti, Milano si è confermata ampiamente il mercato più consistente, con 1.164 unità compravendute, più del doppio di Roma (517) e circa cinque volte Torino (233).
In termini relativi, ovvero rapportando il numero di compravendite all'entità dello stock potenzialmente disponibile, risulta invece Bari la città più dinamica nel 2021, con il 4,6% dell'intero patrimonio di uffici coinvolto in scambi (a Milano il 3,08%, nelle altre città meno), con un numero di compravendite quasi triplicato nel capoluogo pugliese (+197,4% rispetto al 2020, +172% rispetto al 2019).
In generale, tuttavia, si rileva una forte disomogeneità, con ben sette città su dodici che non sono state in grado di recuperare i volumi di scambi pre-Covid. Il Rapporto, del resto, fotografa chiaramente come la ripresa sia stata molto più incisiva nei piccoli comuni e più incerta nei comuni capoluogo (il tasso di crescita dei primi risulta infatti doppio rispetto a quello di questi ultimi).
In termini di quotazioni, c'è un solo caso di incremento rispetto al 2020, ma rilevante, perché coincide con Milano (+2,7%); le altre città presentano valori stabili o in calo (a Roma il calo più consistente, -3,6%).