Interpello sui nuovi investimenti, online lo schema della circolare bis

28.06.2022

L'Agenzia delle entrate, a più di sei anni dall'introduzione dell'istituto dell'interpello sui nuovi investimenti (articolo 2, Dlgs n. 147/2015), in seguito alla quale ha emanato una prima circolare con le iniziali indicazioni operative (circolare n. 25/2016), propone una pubblica consultazione, in italiano e in inglese, nella forma di quesiti, base di una futura circolare, su nuovi indirizzi interpretativi. Spunti, osservazioni e, soprattutto, risposte potranno essere inviati dagli operatori interessati, fino al 15 settembre 2022, all'indirizzo e-mail dc.gci.settoreconsulenza@agenziaentrate.it.
L'Agenzia sceglie la forma della pubblica consultazione sotto forma di quesiti per esaminare e affrontare gli aspetti procedurali dell'interpello sui nuovi investimenti che rappresenta un importante strumento per i soggetti, nazionali o esteri, che intendono effettuare in Italia investimenti rilevanti, al fine di conoscere preventivamente il parere dell'Agenzia sul loro corretto trattamento fiscale.
La pubblica consultazione, infatti, predisposta sotto forma di quesiti, risponde alla necessità di raccogliere criticità ed esigenze di chiarimenti da parte degli operatori e, più in generale, di individuare eventuali ostacoli alla presentazione delle istanze e ai profili istruttori. Per questo il passaggio in vetrina prima dell'ufficializzazione.
Un estratto delle domande
Si tratta di quesiti relativi all'individuazione dei soggetti legittimati a presentare l'istanza, ai miglioramenti che potrebbero essere apportati alla procedura, alla definizione di investimenti rilevanti, all'individuazione delle ricadute occupazionali e alla gestione di alcuni aspetti legati alla preventività delle istanze.
In particolare, oltre alla richiesta di sottolineare criticità e punti di forza dello strumento dell'interpello, tra i diversi quesiti proposti al vaglio preventivo degli operatori interessati c'è, ad esempio, quello che punta a riconoscere con certezza le tipologie di investimenti ammesse alla procedura, considerato che quelle indicate nel decreto attuativo della norma originaria (Dm Mef 29 aprile 2016) rappresentano una esemplificazione non esaustiva.
O, ancora, la domanda tesa a chiarire attraverso quali strumenti è possibile pervenire a un miglior coordinamento fra la procedura degli interpelli sui nuovi investimenti e quelle degli accordi preventivi e dell'adempimento collaborativo.
E, poi, il quesito finalizzato a capire se un investimento effettuato parte in Italia e parte all'estero possa accedere all'istituto dell'interpello e con quali modalità.
In tutto 21 domande concentrate su 9 diversi aspetti:

  1. investimenti rilevanti
  2. investimenti effettuati all'estero e in Italia
  3. requisito delle ricadute occupazionali e soggetti che concorrono a integrarlo
  4. requisito delle ricadute occupazionali nelle situazioni di crisi d'impresa
  5. soggetti legittimati alla presentazione dell'istanza
  6. preventività dell'istanza in caso di esistenza di una stabile organizzazione
  7. coordinamento tra interpello nuovi investimenti, procedura di accordi preventivi e adempimento collaborativo
  8. benefici addizionali connessi alla presentazione dell'istanza di interpello
  9. pluralità di risposte a fronte di un'unica istanza di interpello sui nuovi investimenti.