L'andamento dell’economia globale e la situazione dell’Europa
Il fondo monetario internazionale ed Eurostat ci aiutano a fare il punto della situazione economica globale e in particolare dell'Europa.
Il conflitto in Ucraina ha scatenato diverse conseguenze:
- una riduzione delle attività produttive;
- un ulteriore aumento dei costi di petrolio e gas;
- un aumento dei costi delle materie prime alimentari, che potrebbe destabilizzare i paesi più poveri;
- un rallentamento delle rotte internazionali e quindi una diminuzione del commercio mondiale;
- difficoltà di approvvigionamento e aumento dei costi dei trasporti;
- aumento dell'incertezza nelle scelte allocative e di consumo di imprese e consumatori;
- scossoni nella gestione delle relazioni internazionali e geopolitiche;
- una grave crisi umanitaria.
I danni causati dal conflitto produrranno un rallentamento della crescita globale nel 2022 a cui si aggiungeranno i danni causati dalla crescita dell'inflazione.
L'aumento dei prezzi del cibo e dei prodotti petroliferi metteranno a dura prova i bilanci di famiglie e imprese, colpendo in particolare i paesi più deboli e a basso reddito.
Le stime per la crescita mondiale del prodotto segna un rallentamento: da una stima del 6,1% nel 2021, al 3,6% nel 2022 e nel 2023. Si tratta di 0,8 e 0,2 punti percentuali in meno per il 2022 e il 2023 rispetto alle proiezioni di gennaio.
Il 2023 potrebbe vedere, soprattutto se il conflitto dovesse proseguire, una crescita globale in riduzione a circa il 3,3%. L'aumento dei prezzi delle materie prime indotto dalla guerra e l'allargamento delle pressioni sui prezzi hanno portato a proiezioni di inflazione per il 2022 del 5,7% nelle economie avanzate e dell'8,7% nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. Con un rialzo rispetto alle previsioni di inizio anno rispettivamente di 1,8 e 2,8 punti percentuali.
Le politiche fiscali espansive faranno aumentare il debito pubblico e il rallentamento della crescita farà contrarre i conti delle imprese con possibile crescita dei fallimenti e maggiori tensioni finanziarie.
Intanto, l'Europa sembra la più penalizzata in termini di riduzione della crescita economica e di aumento dell'inflazione. Il sentimento delle imprese e dei consumatori è in discesa e i dati di Eurostat sono inequivocabili.
L'indicatore di fiducia dei consumatori e quello delle imprese come lo vediamo dai grafici che seguono mostra la tendenza al peggio. Ecco quello relativo alle imprese:
Anche il possibile crollo dell'economia della Russia non sarà indenne da conseguenze. L'andamento dell'economia mondiale dipende dai tempi della guerra; se il conflitto si conclude rapidamente l'incertezza potrebbe diminuire, e con la ripresa degli scambi internazionali, in un nuovo clima di pace e di collaborazione, la recessione e l'inflazione potrebbero essere sconfitte. Al contrario ogni scenario è aperto.
DOTT. ARTURO GULINELLI